La crescita personale è una virtù. Le virtù al giorno d’oggi non vanno di moda. Sono obsolete. Se vuoi andare a cercare qualcuno virtuoso, lo devi andare a trovare in chiesa oppure in qualche monastero. Ma se ognuno di noi si guardasse allo specchio dicendo: “Così mi piaccio.” Ovviamente non è estetico il discorso, ma etico. Svegliamoci! È una guerra tra poveri. Il più povero vince un “Happy Meal” da Mcdonald’s. Una strada interessante è dirsi: “Tutto dipende da me, non c’è scampo! Non ti puoi nascondere sotto il letto, perché tanto sei sempre tu.” Con questa attitudine, possiamo fare qualcosa di buono con noi stessi. Non si vince e non si perde. Ma si gioca, quello si. E la posta in gioco è l’autostima. Essere virtuosi non è un gioco a premi, come al supermercato che, se sei bravo e accumuli i punti, poi vinci un ferro da stiro. Niente ferri da stiro, ma solo tanti specchi e non belli, ma impietosi e senza sconti. Come dice Tayler Darden, in “Fight Club”: “Se questa è la tua prima sera, qui, devi combattere.” Combattere, nel caso di crescita personale, significa mettersi in gioco: rinunciare alla propria immagine perfetta e ritrovarsi un po’ più nudi di fronte ad un altro essere umano. Ecco perché il concetto di specchio è molto importante: io mi vedo nel riflesso dei tuoi occhi. La definizione di “specchio” nasce da un principio fondamentale secondo il quale le azioni, le scelte, le esperienze e il linguaggio di coloro che ci circondano riflettono in ogni momento della nostra vita la nostra realtà interiore. Come?

  1. Essere presente, ora.

La persona o le persone che ti circondano, indicano ( fanno da specchio) come stai vivendo interiormente in quel dato momento. Una persona che al tuo fianco manifesta gioia, estasi e felicità è l’immagine di quello     che stai vivendo dentro di te nel presente; così come una persona che al tuo fianco manifesta rabbia e tristezza, rimanda a come stai tu. Chi è vicino ci rimanda ciò che è dentro di noi.

  1. Ti rimanda ciò che stai giudicando nel momento. Attento a chi o cosa stai giudicando perché ricordati che quando punti un dito della mano contro qualcuno, altre tre dita puntano verso di te.

“Se è vero che lo specchio funziona, cosa mi sta dicendo in questo momento? Quale aspetto di me sta riflettendo con queste persone che non sopporto?” Analizza cosa rappresenta per te una persona, un rapporto. Analizza molte possibilità, non limitarti alla prima risposta. Anzi, per esperienza, la prima risposta non è mai quella giusta. Siamo troppo pieni di maschere interiori. Il Giudizio ti mostra ciò che giudichi in un determinato momento. Il giudizio è frutto della nostra ignoranza sugli altri o su noi stessi.    

  1. Il più facile e il più bello: tutte le volte che ti trovi in presenza di qualcuno che colpisce la tua attenzione, che ti attrae e non riesci a distogliere lo sguardo.

Alla presenza di questa persona, che forse non conosci nemmeno, senti come una scossa elettrica, la pelle d’oca sulla nuca o sulle braccia. Che cosa è successo in quell’attimo? Attraverso questo specchio ti viene chiesto di ammettere la possibilità che, inconsapevolmente, rinunci a grosse parti di te stesso per poter sopravvivere alle esperienze della vita. Queste “parti di noi” possono venir perse più o meno consapevolmente, o portate via da coloro che esercitano un potere su di noi. Se vi trovate in presenza di qualcuno e, per qualche inspiegabile motivo, sentite l’esigenza di passare del tempo con lui, ponetevi una domanda: “Che cos’ha questa persona che io ho perduto, ho ceduto, o mi è stato portato via?” La risposta potrebbe sorprendervi molto, perché in realtà riconoscerete questa “sensazione di familiarità” quasi verso chiunque incontriate. Vedrete cioè delle parti di voi stessi in molti. La presenza, il giudizio e la magia sono tre qualità per auto-valutare la tua capacità di crescere. Senza confronto, non c’è crescita di nessun tipo perché non puoi evitare di stare in relazione con gli altri. Come dice Reiner Maria Rilke: “Non cercare ora le risposte che possono esserti date poiché non saresti capace di convivere con esse. E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora. Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga, di vivere fino al lontano giorno in cui avrai la risposta.